martedì 1 gennaio 2013

LETTERA A QUEL BAMBINO DI NOME GESU'

Caro Gesù Bambino, 
anche quest’anno ho voglia di scriverti una lettera, qualche parola da leggerti e rivolgerti in questo primo nuovo giorno della tua vita in mezzo a noi. Dall’anno scorso molte cose sono cambiate: abbiamo camminato e siamo cresciuti, abbiamo vissuto esperienze che ci hanno fatto maturare. Alcune ci hanno portato gioia, altre dolore. Qualcuna ci ha insegnato a sorridere alla vita, qualche altra ha continuato a farci piangere.

Nel nostro mondo c’è ancora tanto da fare per cercare di capire quelle Parole buone che tu hai voluto dirci nascendo per noi, nascendo proprio come uno di noi. Ti sei fatto piccolo come un Bambino, tu che sei il più grande di tutti noi; ti sei fatto debole come la più indifesa delle creature, tu che sei l’Onnipotente, che hai disperso i superbi nei pensieri dei loro cuori e hai rovesciato i potenti dai troni; hai voluto imparare a parlare la nostra lingua, per usare le nostre parole, tu che sei la Parola per eccellenza, tu che sei il Verbo di Dio, quel movimento di Dio, quell’agire di Dio, quell’azione di Dio, che è fatta sempre e solo di Amore e di Luce.

Tu, caro Gesù, continui a portare pazienza con noi e noi, purtroppo, spesso viviamo come se tu non ci fossi, come se non avessi voluto nascere per noi, dentro alla nostra vita. Hai chiesto solo un posto, piccolo, semplice, umile come la mangiatoia in una stalla, mentre noi abbiamo preferito rispondere che nell’alloggio del nostro cuore non c’era posto. Nella nostra vita, per te, non c’è mai posto! Quell’alloggio, cioè il nostro cuore, preferiamo ancora riempirlo di cose ingombranti e molte volte non riusciamo a metterle in ordine: a volte sono emozioni più grandi di noi, a volte sono sensazioni, a volte sono divertimenti senza limiti, a volte è lo “sballo” che cerchiamo di vivere con qualcosa di forte per distrarci dalla monotonia della nostra vita, a volte è il dolore per male che abbiamo dentro al nostro corpo o dentro alla nostra anima; a volte si tratta di delusioni, di ansie, di paure; altre volte… è solo vergogna, vergogna di aver bisogno di te, vergogna di mostrarti i nostri lati deboli, di dirti ciò che in noi non funziona. E preferiamo mentirti e tenerti nascosti i nostri difetti. Proprio quei difetti con i quali tu ci vuoi salvare. Proprio quei difetti con i quali tu ci ami alla follia. Perché sempre tu ci insegni che amare veramente comprende anche i difetti.

Vedi, Gesù, la cosa che più mi colpisce di questo Natale, è il capire che oltre alla gioia e alla bontà di cui tutti noi abbiamo un grande bisogno, la tua Festa di compleanno si sta rivelando non facile da vivere per molti di noi. Non è facile vivere il Natale, non è facile accettare che da ora in poi tu ci sarai. Lo aveva già capito la tua mamma, Maria, quando turbata dalle parole dell’Arcangelo Gabriele, conservava tutte quelle cose nel suo cuore, non capendone però il vero senso. Non è facile accoglierti, farti spazio, decidere di cambiare quelle abitudini che sono in contrasto con la presenza di un bambino piccolo come te. Perché così fai tu: chiedi tutte le attenzioni e le premure di un bambino piccolo. Ma questo, a parte un po’ di fatica, ci fa tanto tanto bene. Aiutaci a capirlo!

Aiutaci a capire che Tu, che sei Dio, non ci togli magicamente tutti i problemi, ma ci doni una forza straordinaria per affrontarli: la speranza. Aiutaci a capire che Tu, che sei Dio, non ci chiedi di obbedirti ciecamente e di rinunciare alla nostra libertà di figli, ma proprio come figli, vuoi che tutti i giorni ci impegniamo per conoscere il vero volto di Dio, che è Padre, e non giudice, non padrone, non una spietata presenza della quale subiamo i capricci o le stranezze. Se proprio dovesse esserci una stranezza nel Padre tuo, nel Padre nostro che sta nei cieli, quella stranezza è tutto l’amore che prova per noi e di cui noi, molte volte, non ne percepiamo l’intensità! Aiutaci a capire che di Te, che sei Dio, ci si può fidare!
Aiutaci a capire che Tu, che sei Dio, ci insegni il modo più vero per stare al mondo: la semplicità, il servizio, l’umiltà (che non è umiliazione, ma è la capacità di stare nel posto che tu hai pensato per noi nel mondo!), la purezza – del cuore e del corpo – che ci aiuta a non essere schiavi di tante e troppe emozioni o pulsioni che ci legano soltanto alla terra e alle cose materiali, facendoci dimenticare che noi siamo fatti per il Cielo!; il perdono – che non è mai cosa umana, ma squisitamente divina, di cui abbiamo bisogno per stare insieme! Aiutaci a vivere questo Amore, a sentire questo Amore, a metterlo in pratica così come Tu hai fatto e continui a fare donandoci la tua vita “tutta intera” in ogni Eucaristia. Aiutaci a capire che venire a Messa non è un noia, non è un obbligo, ma è il modo per ricevere il dono più grande: il dono di tutta la tua vita! 

Grazie, Signore Gesù. Tu che sei Dio e che sei sceso dalle stelle, continua a farti sentire con il tuo delicato pianto di bambino, con la tua tenerezza, con la tua bontà, perché ogni nostro desiderio per essere realizzato, passi attraverso di Te. E perdonaci, se noi tutti, in questo mondo un po’ distratto, per una volta all’anno, invece di pensare a te e di farti un regalo per il tuo compleanno, abbiamo forse preferito regalare qualche gesto di affetto e di bontà ai nostri cari. Forse anche tu avresti fatto così. Sicuramente, grazie a te, grazie al tuo Natale, almeno ogni tanto, siamo davvero un po’ più buoni. Buon compleanno, Maestro: donaci sempre la tua Luce, perché anche in noi risplenda la nostra Luce davanti agli uomini.