lunedì 16 dicembre 2013

MA COME TI PERMETTI?!


In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». 
Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». 
Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose». 

Mt 21,23-27

Che modi questi capi e anziani del popolo! Ma non sono molto diversi dai modi con cui, tante volte, senza accorgercene, anche noi trattiamo Dio. Lo mettiamo alla prova, lo provochiamo, lo mettiamo anche a disagio, magari pensando: "intanto è Dio!" o "se Dio è Dio chiuderà un occhio!". L'arroganza che abbiamo a volte nei suoi confronti è davvero spavalda, senza paura. Ma il frutto dell'arroganza è sempre la solitudine, sia tra noi uomini, sia con Dio, non tanto perché gli altri (uomini o Dio) non vogliano chiudere un occhio, quanto piuttosto per la nostra insaziabile voglia di essere il centro dell'universo. Impariamo a provocare di meno, ad essere meno arroganti, anche solo col pensiero. Una buona manciata di semplicità e umiltà dona sorrisi contagiosi a tutto il mondo!

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